Progetto di Intervento a Sostegno della Società Civile Irachena

Cari amici, vi invio il "progetto di intervento a sostegno della società civile irachena". Il progetto si divide in due parti:
-la prima parte riguarda l'invito in italia di persone della società civile irachena con l'obiettivo di far conoscere la realtà della quotidianità irachena insieme agli sforzi che vengono fatti per "costruire normalità" in una situazione di guerra e di totale insicurezza e la speranza che gli incontri che avverranno in Italia riescano a costruire solidarietà che si concretizzi poi in aiuto concreto;
- la seconda parte riguarda il percorso che come costruttori di pace intendiamo realizzare per arrivare poi ad una presenza stabile in Iraq (ambasciata di pace), con un primo obiettivo di sostegno a piccoli progetti territoriali come i "training centers" per offrire ai giovani formazione e soprattutto speranza di uscire da una logica di odio e di guerra.

Questo progetto-che viene inviato al Consiglio e ai tre gruppi esistenti ( Versilia, Lucca, Milano) e che attende un vostro parere- sarà poi inviato alla Rete ccp con la richiesta che lo faccia proprio e sarà inserito nell'o.d.g. della prossima riunione della Rete ccp. Se il progetto verrà accettato servirà a rendere visibile all'esterno una prima sinergia concreta (ccp). La stesura del progetto, come vedrete, ha questa impostazione.
Noi come berretti ci faremo carico di tutta la prima parte ( spese e organizzazione comprese). Rimane la speranza che, nel caso che la Rete faccia proprio il progetto in tutto o in parte, possa contribuire.
Attualmente, il progetto è portato avanti da me e da Angelo Gandolfi, ma sarà necessario il contributo di tutti. Soprattutto, si attende un vostro aiuto per costruire incontri sul tema della realtà irachena. La cosa dovrebbe trovare un certo interesse e non dovrebbe essere impossibile realizzare un incontro in alcune città dove siamo presenti. Nel progetto steso per i Comuni troverete anche il contributo economico che chiediamo ai Comuni. Quel contributo è il minimo che si è potuto chiedere e dovrà arrivare a questa segreteria. Se un gruppo locale vorrà tenersi dei soldi per coprire alcune spese che potrà sostenere per l'iniziativa dovrà modificare la parte economica delle richieste nel progetto o trovare altre strade.
Per quanto riguarda la visita in italia delle persone irachene:
-come vedrete sono state individuate le persone da invitare;
- due comuni toscani ( Seravezza (LU) e Rignano sull'Arno (FI) hanno già accettato il progetto ( troverete il progetto da poter inviare ai comuni subito dopo questo mio scritto e prima del testo del progetto complessivo. E', ovviamente, un progetto sintetico e riguarda solo la prima parte del nostro progetto).
- la richiesta dei visti per gli amici iracheni all'ambasciata italiana non è ancora stata fatta, per cui invito a fare un uso riservato del testo del progetto da inviare ai comuni. Cioè utilizzarlo solo per fare domanda ai Comuni, Provincie, Regioni ecc.. ma non diffonderlo ancora. Nel testo, infatti, ci sono i nomi delle persone che intendiamo invitare. Comunque, la questione si dovrebbe risolvere a giorni.Comunicherò a Maurizio quando potrà inserirlo sul nostro sito.
Poiché i tempi stringono, sarà bene darci una scadenza: se non ricevo integrazioni, modifiche o pareri contrari venerdi 10 settembre invierò il testo alla Rete ccp e Maurizio potrà inserirlo sul sito della Rete ccp e sul sito dei berretti bianchi.
Questo per ora è tutto. Aspetto vostre notizie. un caro saluto, silvano.



Associazione Costruzione Pace-ONLUS
Sede Legale: c/o ARCI- Via Giorgi 3-CARRARA
P.I. 91019360451
Email:berrettibianchi@virgilio.it
Internet:http://www.berrettibianchi.org
c.c.postale N.21024567 intestato: Associazione Berretti Bianchi Onlus
Via F. Carrara 209-55042 Forte dei Marmi (LU)
Tel. 0584-756758- Fax 0584/735682-cell. 0335-7660623

COMUNE DI …………………………………………
ASSESSORE ALLA CULTURA ……………………
Cap……..Comune……………...................................

NOME DELL'ENTE PROPONENTE:
ASSOCIAZIONE BERRETTI BIANCHI ONLUS
NOME DEL PROGETTO A CUI SI CHIEDE DI PARTECIPARE: “ CONOSCERSI PER UNA POLITICA DI PACE”
Finalità
Il progetto intende cercare di impostare un rapporto tra la società civile Italiana e l'Irachena per porre le basi di una politica di pace che vada oltre il semplice intervento umanitario. La prima necessità, in un mondo che può anche anelare alla pace, ma non è capace di concepirla, e dunque rischia costantemente la rassegnazione alla guerra, è il monitoraggio dell'informazione perché una corretta informazione permette una giusta conoscenza.
Modalità del progetto
Uno dei primi interventi necessari, peraltro già individuato dalla Rete italiana per i Corpi Civili di Pace ( di cui la nostra associazione fa parte), è l'invito in Italia di rappresentanti della società civile organizzata irachena al fine di far conoscere il loro lavoro e migliorare la conoscenza della situazione del loro paese. L’invito, per altro, ci è stato espressamente richiesto, in occasione di un nostro viaggio in Iraq, nel mese di luglio 2004 da alcune realtà organizzate della società civile irachena.
Le persone che abbiamo scelto di invitare in Italia, nella prima quindicina di dicembre 2004, sono due rappresentanti di quella società irachena che faticosamente si sta movendo in una logica da “dopoguerra”, cercando di ricostruire un tessuto sociale devastato dal conflitto. Queste persone sono: il dottor Ryadh Nassir abdul Razaq aladhadh, medico specialista in tecnica della riabilitazione e membro del Consiglio Cittadino di Baghdad e la signora Samara Ahmmad Khdir Al-azawi, membro dell’Iraqi women society.
Un primo giro in alcune città italiane potrebbe consentire alla società civile italiana di avere un'idea di quello che si muove al di là delle notizie diffuse dagli organi di comunicazione di massa e anche di allacciare rapporti che permettano il sostegno ai progetti che queste persone e le loro organizzazioni stanno faticosamente portando avanti.
Richieste- Si richiede un contributo di ¤ 500,00 a parziale copertura dei costi del viaggio e della permanenza dei due ospiti iracheni più l’interprete.Chiediamo inoltre al Comune di mettere a disposizione gratuitamente una sala per l’incontro pubblico (concorderemo la data) e di offrire un pranzo agli ospiti in segno di amicizia.
In attesa di un Suo gentile riscontro, Le porgiamo i nostri più sinceri saluti di pace.
Per l’Associazione Berretti Bianchi Onlus
Città e data-------------------------


PROGETTO DI INTERVENTO A SOSTEGNO DELLA SOCIETA' CIVILE IRACHENA
Premesse, Motivazioni e Finalità
La Rete C.C.P. ( Corpi Civili di Pace) è un coordinamento di 14 ong italiane.. Il compito della Rete è quello di realizzare al più presto i Corpi Civili di Pace Europei, a partire dal nostro paese, e di farli riconoscere dalle istituzioni nazionali e internazionali.
Per le associazioni che in Italia fanno parte della Rete Corpi Civili di Pace la nonviolenza non è solo il rifiuto dei metodi violenti ma è soprattutto un progetto costruttivo contro tutte le realtà violente, un progetto che ricerca soluzioni rispettose della vita e della dignità umana di tutte le popolazioni coinvolte nei conflitti.
La disumanità drammatica della situazione attuale, con il rischio di scivolare in una spirale senza ritorno che rischia di bloccare nei meccanismi della violenza generazioni e generazioni future, impone una accelerazione sulla strada dei Corpi Civili di Pace e chiama tutti i costruttori di pace a unirsi in una progettualità e azione comune contro l’orrore della guerra in favore della nonviolenza.
Associazioni della Rete CCP intervengono da tempo in varie situazioni devastate dalla guerra, e la Rete possiede già un progetto complessivo valido (e anche in parte collaudato) e intende con questo primo progetto iniziare a concretizzare una politica di pace e una concreta azione di contrasto alla violenza dei governi e dei gruppi armati.
Il progetto che viene qui proposto dai Berretti Bianchi intende cercare di impostare un rapporto tra la società civile Italiana e l'Irachena per porre le basi di una politica di pace che vada oltre il semplice intervento umanitario e coniughi il rifiuto della violenza con la risposta costruttiva.
Una delle prime necessità, in un mondo che può anche anelare alla pace, ma non è capace di concepirla, e dunque rischia costantemente la rassegnazione alla guerra, è il monitoraggio dell'informazione.
Ciò comporta l'impostazione di azioni su due parti: una interna ed una esterna.
Azione sulla parte interna
Uno dei primi interventi necessari, già individuato dalla Rete italiana per i Corpi Civili di Pace, è l'invito di rappresentanti della società civile organizzata irachena al fine di far conoscere il loro lavoro e la situazione del loro paese. L’invito ci è stato espressamente richiesto, in occasione di un viaggio in Iraq dei Berretti Bianchi, nel mese di luglio 2004.
Le persone che intendiamo invitare in Italia sono rappresentanti di quella società irachena che faticosamente si sta movendo in una logica da “dopoguerra”, cercando di ricostruire un tessuto sociale devastato dal conflitto.
Un primo giro in alcune città italiane potrebbe consentire al parte della società civile italiana di avere un'idea di quello che si muove al di là delle notizie diffuse dagli organi di comunicazione di massa e anche di allacciare rapporti che permettano poi il sostegno ai progetti che queste persone e le loro organizzazioni stanno portando avanti.
Azione sulla parte esterna
L'altro intervento è senz'altro l'apertura di uno spazio di presenza permanente ("ambasciata di pace") a Baghdad. Purtroppo, al momento, non esistono ancora le forze, le risorse e le disponibilità per questo. Al momento si può solo avviare un percorso in questa direzione.
1. Si è già incominciato a realizzare un tentativo di osservazione civile in momenti di particolare importanza per la vita delle popolazioni irachene, soprattutto in situazioni di cambiamento quali possono essere state il trasferimento di una parte delle funzioni di governo ad un Consiglio ad interim composto esclusivamente da personalità irachene e potranno poi essere le elezioni politiche annunciate. Compatibilmente con la possibilità di muoversi "in sicurezza" nel territorio, attualmente molto ridotta, e praticamente limitata alla sola Baghdad, riteniamo necessario innanzitutto consolidare il rapporto con organismi che sostengono istanze di pace e di ritorno a una vita accettabile sostenendo i loro progetti, specialmente quelli pensati per proporre alle nuove generazioni qualcosa di alternativo alla quotidianità di guerra e di violenza in cui sono immerse.
2. E' di vitale importanza individuare dei referenti che possano in qualche modo gestire i rapporti, e, nel caso dei viaggi, cooperare alla piena riuscita degli stessi, per esempio, prendendo tutti i contatti preliminari con le personalità che le future delegazioni italiane dovranno incontrare. Questi possono essere individuati soprattutto fra gli studenti che seguono i corsi di lingua italiana presso la Facoltà di Lingue dell'Università.
3. Il rapporto fra la società civile italiana e quella irachena può avere la sua prima concretizzazione nel sostegno che le comunità locali italiane potranno dare a quelle irachene per la realizzazione di piccoli progetti territoriali volti soprattutto ad offrire opportunità alle nuove generazioni per costruire alternative alla quotidianità della guerra e della violenza e alle conseguenze che portano, prima fra tutte, il rischio che il destino dello "shahid" ("martire" nella lingua araba) attentatore suicida diventi l'unico orizzonte di fronte alla disperazione dilagante. Per questo in alcuni Comitati sorti in quartieri si è incominciato a pensare alla creazione di "training centers" (centri di formazione, letteralmente) in cui offrire ai ragazzi e ai giovani possibilità di corsi di formazione, di apprendimento, iniziative di primo approccio all'uso di tecniche e quant'altro sarà possibile per fare in modo che essi riescano a recuperare le proprie attitudini al lavoro e a una coscienza di cittadini e svilupparle. Un programma di iniziative simili al gemellaggio, ma che vanno un passo oltre quest'ultimo, possono in qualche modo essere importanti nell'impostazione di una politica di pace. In questo modo si consolida il rapporto che può sfociare nella possibilità di aprire un'"ambasciata di pace" come espressione della sinergia fra la società civile che vive nei due diversi paesi.
4. Non va dimenticato che, come "parte terza" e quindi non direttamente implicata nel conflitto, potenzialmente si può anche essere in qualche modo soggetti attivi della riconciliazione. Il fatto che già oggi si abbiano rapporti con persone appartenenti a schieramenti opposti, almeno rispetto al deposto governo del partito Baath, può essere, se non nell'immediato, in qualche misura, in futuro, utilizzato per fare in modo che queste persone tornino a comunicare fra di loro. Questo, ovviamente, una volta consolidati i rapporti attualmente in fase di costruzione. E' necessario evitare che il conflitto prenda lo stesso orientamento che ha quello fra israeliani e palestinesi, soprattutto nel momento in cui non emergono in Iraq presenze "pacifiste" come quelle che sono in Israele.
Dettagli
- Azione sulla parte interna: invito di una delegazione di non più di 3 persone.
- Durata della permanenza: non superiore alle due settimane, esclusi i giorni di viaggio da Baghdad a Roma e ritorno.
- Organizzazione di un seminario nazionale a Roma organizzato dalla Rete CCP e aperto a tutte le ong e costruttori di pace.
- una serie di non più di cinque-sei interventi pubblici in zone diverse dell’Italia: una città del Sud,
una o due dell'Italia centrale, Milano, una dell'Italia del Nord-Ovest, una dell'Italia del Nord Est.
- Preparazione di un'agenda di incontri, possibilmente anche a livello istituzionale, per favorire la possibilità di "adozione" di progetti da parte di singole città o comunità locali, con particolare attenzione alle disponibilità che potranno emergere in "piccoli comuni"

- Azione sulla parte esterna: osservazione civile dei momenti di cambiamento
- Primi momenti individuati: elezioni presidenziali in programma nel mese di novembre e soprattutto elezioni politiche gennaio 2005
- Realizzazione di un viaggio di una delegazione composta da un minimo di 3 a un massimo di 5 persone, con una necessaria presenza femminile soprattutto per contatti con donne
- Durata della permanenza: non superiore alle due settimane, esclusi i giorni di viaggio da Roma a Baghdad e ritorno
- Realizzazione di una serie di incontri con organizzazioni di quartiere, almeno con l'Al-Aadhamiyah Commitee for Relief and Development e con il Community and Care Development Committee. in Baghdad.
- Ricerca di gruppi di persone specificamente interessate al lavoro di educazione alla pace ed al dialogo
- Raccolta di informazioni e documentazione dei momenti e degli incontri più importanti
- Ricerca di contatti con le autorità cittadine di Baghdad

Spese da sostenere e procedure da adempiere ( di quasi tutto questo si potranno fare carico i berretti bianchi)
- Viaggio Amman - Baghdad e ritorno (preferibilmente con mezzo automobilistico)
- Alloggio in hotel ad Amman
- Viaggio aereo Amman - Roma Fiumicino e ritorno
- Viaggi in Italia
- Alloggio in Italia per le persone invitate e l’interprete
- Invito ufficiale ai componenti della delegazione Irachena (meglio se in forma "mista", ovvero dalla Rete e da alcune istituzioni soprattutto locali)
- Acquisizione del visto d'ingresso presso la Delegazione Diplomatica della Repubblica Italiana o la costituenda Ambasciata d'Italia a Baghdad, possibilmente per motivi di studio o di scambio culturale (evitando se possibile la motivazione "per turismo").
Per la segreteria della Rete Corpi Civili di Pace
Silvano Tartarini

N.B. Il progetto è stato redatto per i Berretti Bianchi da Angelo Gandolfi con la collaborazione di Silvano Tartarini.